Chiunque abbia
provato ad allenarsi seriamente conosce bene questo argomento spesso però si fa
un po’ di confusione…
Mi è capitato di
sentire allievi che all’indomani di un allenamento intenso si lamentavano dei
dolori derivanti dall’avere ancora l’acido lattico.
Facciamo dunque un
po’ di chiarezza.
I meccanismi energetici
si dividono in:
Metabolismo
Anaerobico Alattacido,Metabolismo Anaerobico Lattacido e Metabolismo Aerobico.
Il metabolismo Anaerobico Alattacido interessa quelle
attività che impiegano una grande potenza per un breve periodo di tempo (7/8
secondi)…un lavoro di pochi secondi a grande potenza o esplosività che non
produce acido lattico. Questo sistema viene rigenerato completamente in circa
2/3 minuti di recupero
Il metabolismo Anaerobico Lattacido interessa invece
quelle attività che richiedono un alto impiego di potenza protratta per un
tempo più lungo (1-3 minuti) come ad esempio un round di combattimento.
Il metabolismo Aerobico infine interessa quelle
attività che si protraggono nel tempo e sono a bassa intensità (esempio la
corsa di fondo).Richiede la presenza di ossigeno e non produce acido lattico.
L’acido lattico è
una scoria prodotta dalla contrazione muscolare che puo’ rallentare
notevolmente l’attività del muscolo fino quasi a paralizzarlo.
Viene completamente
smaltito tra la mezzora e l’ora mentre i dolori che avvertiamo sono dovuti a
lesioni tessutali e microtraumi del tessuto connettivale e di quello tendineo e
possono protrarsi fino ai giorni successivi all’allenamento.
Quello che dunque si
sente all’indomani di un allenamento abbastanza “carico” è il risultato delle
microlesioni muscolari prodotte dall’allenamento e non ha niente a che vedere
con l’acido lattico che invece è stato già smaltito dopo l’allenamento stesso.
I famosi dolori
muscolari sono sintomo che il corpo ha accusato l’allenamento a cui è stato
sottoposto e certamente ne farà tesoro attivando quei meccanismi di
ricostruzione già descritti nella “supercompensazione”.
Allenare la
resistenza all’acido lattico è parte fondamentale di ogni preparazione
agonistica.
Un fighter deve
necessariamente migliorare la propria prestazione e la propria soglia di
tolleranza all’acido lattico altrimenti si troverà nel mezzo di un round con le
braccia o gambe rallentate o quasi paralizzate e questo sarà un bel problema.
Un ottimo metodo di
allenamento alla resistenza al lattato consiste nell’eseguire i famosi circuiti
intervallati o alternati dove si combinano esercizi e ripetute ad intensità sub
massimale (90%) per un periodo da 1 a 3 minuti e si gioca sul recupero.
In questo caso molto
utile è un recupero attivo cioè mantenendosi in movimento con esercizi blandi
per abituare il corpo a tollerare sempre meglio la produzione della famosa
scoria.
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