lunedì 27 luglio 2015

ACIDO LATTICO QUESTO SCONOSCIUTO (fisiologia)

Chiunque abbia provato ad allenarsi seriamente conosce bene questo argomento spesso però si fa un po’ di confusione…
Mi è capitato di sentire allievi che all’indomani di un allenamento intenso si lamentavano dei dolori derivanti dall’avere ancora l’acido lattico.
Facciamo dunque un po’ di chiarezza.
I meccanismi energetici si dividono in:
Metabolismo Anaerobico Alattacido,Metabolismo Anaerobico Lattacido e Metabolismo Aerobico.

Il metabolismo Anaerobico Alattacido interessa quelle attività che impiegano una grande potenza per un breve periodo di tempo (7/8 secondi)…un lavoro di pochi secondi a grande potenza o esplosività che non produce acido lattico. Questo sistema viene rigenerato completamente in circa 2/3 minuti di recupero

Il metabolismo Anaerobico Lattacido interessa invece quelle attività che richiedono un alto impiego di potenza protratta per un tempo più lungo (1-3 minuti) come ad esempio un round di combattimento.

Il metabolismo Aerobico infine interessa quelle attività che si protraggono nel tempo e sono a bassa intensità (esempio la corsa di fondo).Richiede la presenza di ossigeno e non produce acido lattico.


L’acido lattico è una scoria prodotta dalla contrazione muscolare che puo’ rallentare notevolmente l’attività del muscolo fino quasi a paralizzarlo.
Viene completamente smaltito tra la mezzora e l’ora mentre i dolori che avvertiamo sono dovuti a lesioni tessutali e microtraumi del tessuto connettivale e di quello tendineo e possono protrarsi fino ai giorni successivi all’allenamento.

Quello che dunque si sente all’indomani di un allenamento abbastanza “carico” è il risultato delle microlesioni muscolari prodotte dall’allenamento e non ha niente a che vedere con l’acido lattico che invece è stato già smaltito dopo l’allenamento stesso.
I famosi dolori muscolari sono sintomo che il corpo ha accusato l’allenamento a cui è stato sottoposto e certamente ne farà tesoro attivando quei meccanismi di ricostruzione già descritti nella “supercompensazione”.

Allenare la resistenza all’acido lattico è parte fondamentale di ogni preparazione agonistica.
Un fighter deve necessariamente migliorare la propria prestazione e la propria soglia di tolleranza all’acido lattico altrimenti si troverà nel mezzo di un round con le braccia o gambe rallentate o quasi paralizzate e questo sarà un bel problema.
Un ottimo metodo di allenamento alla resistenza al lattato consiste nell’eseguire i famosi circuiti intervallati o alternati dove si combinano esercizi e ripetute ad intensità sub massimale (90%) per un periodo da 1 a 3 minuti e si gioca sul recupero.
In questo caso molto utile è un recupero attivo cioè mantenendosi in movimento con esercizi blandi per abituare il corpo a tollerare sempre meglio la produzione della famosa scoria.








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